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In Italia l'80% degli over 65 sta bene e richiede servizi adeguati a vita attiva

Sanità pubblica Redazione DottNet | 25/05/2023 18:00

Il fenomeno dell’invecchiamento demografico che oggi vede il rapporto tra anziani e giovani di 4 a 10, tra meno di trent’anni crescerà del 34% arrivando a un rapporto di 7 a 10

Il 2050 sarà l’Italia degli over 65. Il fenomeno dell’invecchiamento demografico che oggi vede il rapporto tra anziani e giovani di 4 a 10, tra meno di trent’anni crescerà del 34% arrivando a un rapporto di 7 a 10. Una nuova classe quella dei “Settantennials” che, contando su un’aspettativa di vita più lunga e in buona salute, è oggi fuori dal servizio pubblico e assicurativo tradizionale ma che rappresenterà un valore non solo da proteggere ma anche una importante opportunità di sviluppo. È quanto emerge dall’analisi condotta da Kearney, società di consulenza strategica globale, in collaborazione con SWG e presentata oggi durante l’evento “Settantennials, le esigenze di una nuova classe emergente” al quale hanno preso parte Maurizio De Palma, amministratore delegato e Co-founder Cocooners, Giacomo Lovati, Chief Beyond Insurance Officer UnipolSai e Alessandro Scarfò, amministratore delegato e direttore generale Intesa Sanpaolo Assicura.

Al dibattito ha contribuito anche l’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico lasciando un messaggio sui nuovi sistemi previdenziali nelle prospettive demografiche future: “La ricerca mette in evidenza dei temi di grande attualità che dovrebbero essere utilizzati per sensibilizzare ancora di più il dibattito. Per troppo tempo abbiamo concepito il mondo del lavoro e quello della previdenza come due compartimenti stagni, che non si parlavano. Al contrario immagino che nel futuro avremo sempre più una vita formativa che si accompagna in tutta la fase del lavoro e in parte anche nella stessa vita di quiescenza. Dobbiamo quindi iniziare ad ampliare i nostri pilastri. Abbiamo pensato finora che fossero solo due: quello previdenziale pubblico e quello privato. Dobbiamo cominciare a capire che in realtà sono tre: uno che universale finanziato su base fiscale. Un secondo pilastro che è previdenziale e che dipende dalla vita lavorativa di ciascuno di noi e un terzo integrativo privato ma su cui si può esercitare anche il pubblico”.

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Infatti, secondo quanto riportato dalla ricerca di Kearney, la longevità attiva rappresenta un campione importante della popolazione italianaL’80% degli oltre 14 milioni di anziani in Italia è autosufficiente e richiede servizi più trasversali e legati al nuovo stile di vita: socialità, vita attiva, benessere e residenzialità. Tutte variabili che il sistema bancario, assicurativo e digitale stanno considerando per realizzare un’offerta complementare a quella del Sistema Paese e fuori dagli standard tipici di assistenza circoscritti al 20% del campione non autosufficiente.

Secondo i dati presentati da Kearney, i “Settantennials” in Italia detengono una quota consistente della ricchezza complessiva del Paese rappresentandone il 30% dei consumi annuali (220 miliardi) e più del 30% del patrimonio di ricchezza complessivo (3.200 miliardi). Fuori dai radar del servizio pubblico, per il 63% dei “Settantennials” autosufficienti le priorità oggi sono mantenere una buona forma fisica (63%), potersi curare in maniera adeguata (48%) e conservare il proprio tenore di vita (30%), temono invece la solitudine e l’inattività (42%), oltre che l’impoverimento economico (34%).

A fronte dei 13 miliardi introdotti dai Piani di ripresa e resilienza e gli investimenti previsti per il “Patto della Terza Età”, il servizio locale per il 70% degli anziani autosufficienti risulta inadeguato e il 50% si aspetta un miglioramento. In particolare, la richiesta attesa è sulle attività ludiche e ricreative (66%), culturali (68%) l’adeguamento delle strutture abitative (80%) ma anche per l’88% di loro sulla salute. “A fronte di un ruolo dello stato sempre più sottopressione, l’offerta di servizi che soddisfino le esigenze specifiche di una popolazione senior auto-sufficiente è in Italia ancora poco presente, relegata quasi solo a RSA che evidentemente si rivolgono ad un pubblico molto diverso.

Secondo l’indagine il 50% dei “Settantennials” si aspetta che sia l’istituzione finanziaria a giocare un ruolo chiave, forti di un rapporto consolidato che rende i “Settantennials” più fiduciosi se sono proprio le istituzioni finanziarie ad avere un ruolo attivo. Questo vale in modo omogeneo sia nei grandi sia nei piccoli centri e con maggiore richiesta al sud (oltre il 43%). Tutto ciò rappresenta una grossa opportunità per acquisire nuove quote di mercato nella creazione, anche in Italia, di piattaforme integrate di servizi su misura, basati su un paradigma, lontano da quello tradizionale, di salute, sostenibilità economica e vita attiva” ha commentato Antonio Serrapica, Associate Partner responsabile del mercato assicurativo Kearney Italia.

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